In questa domenica di maggio, che sembra aver anticipato i tempi ed essere fuggita da un caldo luglio, gli agonisti della Reactive club hanno preparato i borsoni e sono entrati nel palazzetto di via Moncrivello per testarsi nel confronto sportivo.
Anche oggi abbiamo vissuto una giornata sportiva di qualità! i ragazzi hanno imparato molto e hanno mosso importanti passi di crescita. Indipendentemente dai risultati, hanno fatto onore alla Reactive club che viene rispettata per la sportività, il fair play e l’umiltà durante le gare.
Il fatto che i ragazzi siano cresciuti con me, mi permette di creare quel feeling e quella fiducia utile a decifrare la loro individualità; cosa serve per far emergere al meglio le rispettive qualità naturali e il tipo di gioco più consono alla predisposizione.

RICCARDO LUDOVICI: Ricky deve affrontare due match. Nel primo combatte contro un avversario che cerca la lotta, si fa trovare pronto negli scambi in piedi, ma subisce due proiezioni e questo lo penalizza, ciononostante mostra ottima difesa nel combattimento al suolo e non subisce colpi. Usa attacchi differenti: prova una ghigliottina, inverte posizione e piazza pugni.
Il punteggio però dato delle proiezioni e dalle posizioni di dominio da parte dell’avversario non gli consentono di vincere. La sua combattività però viene premiata da molti commenti positivi post match.
Nel secondo combattimento domina e gestisce l’avversario. Migliore nel lavoro in piedi, non lascia spazio alla lotta cercata dall’avversario, involontariamente colpisce l’inguine due volte e questo gli costa un punto di penalità che non gli consente di vincere, si deve accontentare di un pareggio, ma i presenti hanno subito commentato che il vincitore doveva essere lui.
C’ è stata una chiara evoluzione tra il primo ed il secondo match, il lavoro impostato nei giorni passati lo si è compreso meglio sul campo di battaglia. La tattica inizia a definirsi, Ricky capisce cosa gli ripeto tutti i giorni, ciò che gli sto insegnado sta venendo fuori, perchè lui capisce ciò che dico vivendolo nel combattimento. Questo lo ripeto da tempo, senza un test tutto resta teorico, senza esperienza diretta restano solo movimenti sterili.

1°match

2° match

MARCO CAFASSO: Marco non combatte dal 16 luglio scorso e questo, aggiunto al fatto che è già quarantenne, è un grosso ostacolo da superare. Ciononostante Marco fa il suo match di rientro combattendo in modo pulito, ha eliminato alcuni errati automatismi che hanno caratterizzato il suo vecchio modo di combattere e ascoltando i miei consigli e testandosi nuovamente in gara comincia a capire quale è il modo più intelligente per lui di usare la k1, come creare un gioco nuovo che si appoggia sulle sue caratteristiche. Sono sicuro che tornerà alla grande negli appuntamenti successivi perchè ora sa cosa deve fare e che tipo di stile perfezionare. Perde contro un avversario che si concede molto sportivamente per un incontro di light, avendone uno di contatto pieno di li a poco, ma scende fiero di aver rotto il tempo di pausa che lo ha tenuto lontano dalle competizioni.
Le riprese del match sono state tagliate round per round.

1° round

2°round

3°round

ALESSANDRO ALBANESE: Ale non combatte da molto, è fermo dal 12 febbraio del 2017 e rientrare è comunque psicologimente molto difficile, l’avversario e un ragazzo non alle prime armi e di una forte scuola genovese. Nelle prime riprese Ale non inquadra la distanza lunga e subisce calci che avrebbe, con un po’ di lucidità in più, potuto prevenire e usare per il contrattacco. Però nella terza ripresa qualcosa si smuove dalle fondamenta forse le mie parole tra le pause, o le urla durante il confronto, fanno riemergere una certa volontà, proprio quella che serve per prendere spazio verso la vittoria, dando così vita ad una ripresa molto emozionate. Due round per l’avversario uno per Ale. Purtroppo non basta.
Il rientro è stato buono perchè la terza ripresa ha spento i dubbi del rientro, siamo pronti ad impostare una tattica e uno stile vincente.

EMANULE MOGAVERO: Affronta un avversario più pesante due volte e in due discipline differenti. Ema chiarisce in entrambi gli stili che la superiorità tecnica e fisica sono dalla nostra, non lascia quasi possibilità di espressione nelle MMA light perchè controlla ogni fase del match: proietta, domina le posizioni al suolo e colpisce maggiormente negli scambi in piedi segnando duramente il viso del suo avversario. Dopo una mezzora la sfida ritorna con il Grappling, Ema in un minuto chiude una sedia elettrica che lascia tutti esterrefatti. Di li a poco vediamo persone nel palazzetto emulare le gesta e cercare di capire la tecnica usata da Emanuele.

MMA light:

GRAPPLING:

MATTEO MAZZA: Sale sul ring, ci guardiamo negl’ occhi, senza parlare ci capiamo, qualche consiglio iniziale. L’avversario si presenta mostrando il monkol (una specie di corona tipica della muay thai) e i prajiet ai bicipiti (lacci tipici della tradizione della muay thai). Questo non ci spaventa perchè già dalla prima la superiorità di Matteo è evidente. Spinge tre riprese senza perderne una. Matteo combatte ogni mese vincendo ogni sfida da un anno, il prossimo match sarà per la cintura.