Riparte l’agonismo di quest’anno atletico per la Reactive club.
Il nostro atleta rappresentante è Emanuele Mogavero.
La gara di oggi, per un torneo italiano di MMA light e Grappling aveva atleti partecipanti da ogni luogo di Italia.
Molte le persone e lunghe, quasi eterne, le attese. Arriviamo al palazzetto di La Cassa intorno alle 11:00 del mattino e dopo sei ore di attesa ancora non arriva il nostro momento.
Io e i ragazzi rimbalziamo nel palazzetto cercando di smaltire il tempo che sembra essersi preso una pausa.
Finalmente mancano pochi match e la noia dell’attesa si trasforma in concentrazione pregara. Marco Amedura, che mi farà da secondo all’angolo, mi aiuta a scaldare Ema che si presenta calmo e concentrato, le mie parole suonano comode per le sue orecchie e ripassiamo qualcosa di quanto fatto in palestra.
Arriva il momento della gara, la categoria di Ema è quella dei -93kg (medio massimi) non ci sono molti partecipanti e quindi il torneo, nella sua categoria di peso, si gioca contro un solo avversario.
L’avversario è un allievo datato dell’organizzatore del torneo e gode quindi diciamo di un certo sostegno.
Infatti Ema viene fermato prima di entrare nella gabbia perchè sudato (non vero), devo andarlo ad asciugare personalmente, il suo avversario non lo è o almeno non è stato controllato. Entriamo nella gabbia e l’arbitro spende qualche parola di troppo per ripetere più volte di non caricare i colpi, mentre sembra quasi non preoccuparsi di dirlo al nostro avversario.
Intuisco subito e dico all’arbitro di aver capito e di lasciarci cortesemente un minuto per parlare.
E quindi dico al mio atleta: “Ema ascoltami bene, vedi i sorrisini entrando, i vari stop per il sudore e queste eccessive parole dell’arbitro, sono cose per distrarti, resta concentrato su quello che abbiamo allenato e non lasciarti distrarre, se io sono alle tue spalle siamo a casa, anche se siamo qui”.
Ema capisce cosa intendo e inizia il combattimento rispettando il lavoro programmato. Gestisce un breve scambio in piedi, difende un tentativo di dominio contro la gabbia, sbilancia e fa letteralmente rotolare il suo avversario al secondo tentativo di lotta, ascolta ogni consiglio e si libera rapidamente della guardia avversario, la passa, prende incrociata, crocifisso, monta e chiude il match con i pugni al suolo.
Vince ogni distanza e non lascia spazio di espressione al suo avversario che si arrende a meno di due minuti dall’inizio.
Il fattore mentale e la preparazione tecnica hanno permesso a questo nostro atleta di rappresentare il nostro nome e la nostra filosofia sportiva in gara.
Un ringraziamento a Manuela e a Marco Cafasso per la loro immancabile presenza e per il loro sostentamento.