Da anni mi occupo di sport, ho imparato da grandi maestri e da grandi campioni, ho umilmente cercato di crescere, ho commesso errori che mi hanno fatto più volte deviare l’andamento del mio percorso di apprendimento, ci ho sempre messo il cuore e ho fatto tutto da solo.
Lavoravo per pagarmi i corsi e i viaggi e non ho avuto altro nella vita per diversi anni. Mi sono sempre allenato tutti i giorni e non ho mai dubitato, ho sempre pensato “prima o poi” e non ho mai invece pensato “non ce la farò”.
Nelle arti marziali ho trovato la mia dimensione, la possibilità di esprimermi liberamente e senza freni. Il mio corpo ha pagato un peso non indifferente per stare al passo con la sete di conoscenza della mia anima. Ho avuto molte difficoltà durante il mio personale percorso, e a volte, ripensando a tanti aneddoti della mia vita marziale, mi chiedo come abbia fatto a superare certe situazioni e certi ostacoli. La solitudine di un lungo periodo della mia vita, mi ha certamente concesso la volontà di intraprendere il percorso e mantenere l’obbiettivo; ed ora sempre più so che non è un obbiettivo, è uno stile di vita, perchè il traguardo non arriva mai.
Dentro di me ho sempre saputo che questo era il modo di poter liberare la mia anima e i suoi profondi sentimenti, ho sempre percepito una solida certezza interiore. Una sicurezza che non mi appartiene, ma che mi tiene stretta a sé come una madre universale, una forza che appartiene a tutti e che nelle mie fantasie esiste nell’universo.
Ho quasi naturalmente poi condiviso questo mio essere, questo mio me profondo con le persone nell’arco degl’anni, insegnando nelle palestre. Ho lavorato in molte palestre della mia città: Torino. Ho collaborato con federazioni e organizzazioni italiane ed internazionali per quasi 20 anni.
Nel 2010 ho circoscritto tutto il mio lavoro in una sede mia che ho chiamato Reactive club, ossia il club della reattività. Nel corso di questi ultimi 10 anni ho insegnato e accompagnato a combattere moltissimi ragazzi e ragazze. So che sembra retorico, ma ho fatto miracoli trasformando fisicamente e mentalmente molte persone.
La mia passione ha saputo costruire legami forti e oggi a 45 anni, riguardando indietro e pensando da dove sono partito posso sentirmi fiero, so che le persone avranno un bel ricordo di me.
Ora, in questo periodo più che mai penso a quanto il mio lavoro e quello dei miei colleghi insegnanti allenatori, sia determinante per la rete sociale, penso a quanto il nostro ruolo sia fondamentale per sostenere le persone dal punto di vista fisico e della salute mentale.
Nei miei corsi le persone sono serene e legano tra loro in un ambiente che potrei definire sano.
Nei luoghi come la Reactive club si pratica per raggiungere un obbiettivo comune: il miglioramento di se stessi, attraverso la consapevolezza del proprio corpo e dei suoi stupefacenti miglioramenti in base agli stimoli posti.
Nei luoghi come la Reactive club, quando entri, non sei chi sei fuori dalla Reactive club.
Quando sei sul tappeto, sei uno della Reactive club e quello che fai fuori non ti caratterizza più, ti togli la giacca e la cravatta o la tuta da lavoro per indossare pantaloncini e maglietta. Quando le differenze si appianano i rapporti umani crescono. Quando la linea di lavoro è impostata sulla condivisione il risultato è fatato, inimitabile, irriproponibile.
In questa guerra al virus, dove il dubbio resta il segreto più evidente, sono in silenzio e aspetto.
Il mio spirito è seduto su un colle con gli occhi chiusi e il pensiero fermo, in un eterno tramonto che non perde mai luce né magia.
Aspetto, perchè è quello che devo fare.
Durante i giorni, qualche volta invento qualcosa per i miei ragazzi, per il mio gruppo, per ricordargli che ci sono, ma non ho paura, anche se tutto finisce, perchè già sapevo che tutto ha una fine. Il mio spirito è sempre pronto a riaprire gl’occhi, e quello che ho fatto nessuno può più togliermelo.
Quando non avrò più respiri per questo mondo, so che quello spirito continuerà ad esistere e aprirà gl’occhi per guardare l’infinito.