Vi aspettiamo il 21 e il 22 Novembre con Gabi Noah per esami e lezioni di approfondimento.

 

Krav Maga!
Questa nuova realtà venuta da Israele che ha modifcato la concezione di allenamento!
Per la prima volta nella storia contemporanea, le persone associano l’ allenamento alla difesa personale.
Non si era mai visto! Una cosa ben lontana dal concetto comune di palestra!
Anche i media iniziano a puntare i loro riflettori sul Krav Maga israeliano.
Spesso alcune scene nei film d’ azione, vengono siglate come tecniche di Krav Maga.
Temo che da qui a breve uscira un film dal titolo esplicito tipo: “Krav Maga – the new fighter”.

Questo è quello che percepisci mentre smanetti su siti e su Youtube, e mentre gradualmente ci capisci sempre più un “belino”, ti chiedi quanto sia vero e possibile reagire realmente.
Esatto è qui che ci si perde.
Gli istrutturi italiani sono un po’ tutti troppo persi a bisticciare e a sputtanarsi tra loro.
Affermano tutti di essere i più quotati e i più vicini all’ informazione originale.
Evvai.. ancora più un casino!
Si, ma allora cosa devo fare se voglio imparare a difendermi con il Krav Maga?
Chi devo seguire?
Me lo sono chiesto anche io!
La prima volta che ho letto su una rivista del Krav Maga è stato nel 1998/99 credo, ma è stato solo nel 2000 che ho fatto Krav Maga per la prima volta e da allora solo tanta nebbia!
Se devo essere sincero non è da molto tempo che capisco il vero significato del Krav Maga.
Ringrazio il mio maestro Gabi Noah per avermelo insegnato!
Nel 2012 mi disse durante un aggiornamento istruttori nella mia palestra:
“Luca, you not just to do Krav Maga, you need understand the Krav Maga”(scritto come detto).
“Non devi solo fare Krav Maga, devi conoscerlo, capirlo”.
Son passati tre anni e da allora io ci ho lavorato sopra tutti i giorni.

Non lo si capisce, il Krav Maga è talmente semplice che non si riesce a capire.
Ogni volta che qualcuno mi chiede che cosa sia il Krav Maga, mi rendo conto, dalle domande che mi vengono poste, di quanto le persone sono lontane dal capire il Krav Maga, lo scopo per cui esiste e quali sono le sue funzioni.
Non è fatto per combattere, è fatto per difendere e questo destabilizza la comprensione del basilare principio di proteggersi dalla violenza. Semplice ma non scontato, come dico sempre. Non è fatto per combattere, non serve. Combattere significa apportare misure, distanze e tempismi, all’ interno di un’area di gara secondo un regolamento prestabilito. Difendersi vuol dire evitare i danni, non allenarsi per affrontarsi. La difesa personale deve rispondere a situazione con finalità differenti. Nel contensto della difesa personale civile i problemi sono legati al bullismo, alla rapina, alla violenza sulle donne, sui minori, sugli anziani, alle minacce e agli attacchi con armi da taglio, minacce con armi da fuoco. Questo è solo parte di ciò che riguarda il pericolo reale che può comparire all’improvviso nella vita di tutti i giorni e non ha regole. Per rispondere ad un quesito come questo non si devono cercare le risposte nei metodi che preservano tradizioni storiche, ne tantomeno nello sport. Gran parte dell’ ignoranza sull’ argomento esiste grazie al cinema che ci mostra di continuo scene di lotta finte, coreografate e spettacolari, che depistano la comprensione di quello che sia uno scontro fisico reale. Quindi è inevitabile che non si capisca, il significato del Krav Maga è nuovo agl’ occhi dell’ italiano medio.
Molti credono che basti fare MMA per sapersi difendere, ma si sbagliano di grosso, fare MMA serve per combattere nelle gabbie e questo sicuramente è utile per creare un guerriero dalla mente di ferro e dal corpo possente e reattivo, lo so perchè faccio MMA. Ma non risponde alla domanda posto in precedenza per i bisogni del cittadino. Cittadini lo siamo tutti e tutti dovremmo saperci difendere, è un nostro diritto e non dovrebbe essere sotttovalutato.

In troppi lavorano per complicarlo e personalizzarlo con la speranza di renderlo più impressionante e più credibile e mentre si allontanano sempre più dalla risposta, questa triste realtà crea la confusione generale che ruota intorno al Krav Maga.

CHI TI INSEGNA KRAV MAGA SA IL FATTO SUO?

Se pratichi Krav Maga o se vorresti iniziare a praticarlo, ti do alcuni consigli che ti saranno utili a capire bene se l’ istruttore che ti segue ti può effettivamente aiutare oppure no, perchè come dico sempre ai miei allievi: “in tanti sanno fare la pizza, ma poche sono le pizze buone!”:

-E’ in grado di controllarsi?
Se il tuo istruttore usa violenza fisica su di te o su altri allievi/istruttori sta cercando di affermarsi per nascondere la propria insicurezza. Ricorda che il Krav Maga ha un’ etica e una disciplina, e che un istruttore dovrebbe salvaguardare, prima di ogni cosa, la salute propria e quella degli altri praticanti.

-E’ equilibrato?
Se grida inutilmente o perde il controllo facilmente non è equilibrato e non può insegnarti il controllo.
Per esperienza posso dire che aggredire verbalmente nella speranza di ottenere una reazione indebolisce l’ autostima del praticante.
Ho imparato che le persone devono prima capire per poter conoscere ed imparare per poter usare.
Il fatto che si insegni violenza per necessità estrema non significa che lo si debba fare violentemente. Imi era prima di tutto un gentiluomo.

-E’ realmente certificato?
Israele ha riconosciuto alcune poche scuole di Krav Maga (tutte di matrice israeliana). Se cerchi un’ informazione “veramente” aggiornata e “veramente” originale, chiedi al tuo istruttore se la vostra federazione è riconosciuta dallo stato di israele.
Occhio alle balle! (in tutti i sensi con il Krav Maga!!!).
Ci sono istruttori che da soli si sono inventati cinture, livelli, programmi e abbigliamento e sono dei mercanti niente male.

-Sei migliorato da quando hai iniziato la pratica con lui?
Un insegnante deve portare risultati sul piano dell’ apprendimento tecnico, fisco e mentale.
Cerca di capire quanto gli sta a cuore che tu ti possa difendere o quanto è invece interessato ad incantarti e pavoneggiare se stesso. Quanto è cosciente del tuo limite e del pericolo che correresti se ti trovassi realmente di fronte all’ aggressione che state esaminando insieme tecnicamente.
Se fosse sincero dovrebbe dirti quanto la situazione sarebbe comunque pericolosa anche per lui.

-Il tuo istruttore riesce a giustificare e a circoscrivere l’uso violenza?
Se si è costretti a reagire fisicamente per proteggere se stessi o le persone care lo si deve fare rispettando un’ etica, non si deve sfociare nella violenza pura e ingiustificata o peggio ancora fine a se stessa.
Come dico sempre ai miei allievi: “è stupido costruirsi guerrieri per riempire di botte il primo sfigato che ci passa davanti!”.

-Quanto ha chiaro in testa la differenza che intercorre tra difesa personale, sport e l’Arte Marziale?
Pochi sanno dividere strada, sport e tatame e costruiscono fiumi di parole e movimenti inutili.
Difesa significa, proteggere. Potreggere significa evitare ogni danno anche con l’uso della forza.

-Quanto è cosciente del pericolo che ogni aggressione può comportare?
Ci sono in giro istruttori che mostrano tecniche di difesa personale in situazioni che in realtà sarebbero pericolossisime con troppa sfacciata naturalezza e tranquillità.

Io il KRAV MAGA io lo respiro così ogni giorno:

-Per poterti difendere devi inevitabilmente poterti fidare delle tue abilità: fisiche, mentali e spirituali.

-Impara l’aggressività per non doverla mai usare.

-Non c’è nulla di gratificante nella guerra e nell’odio, e la violenza fisica di prima intenzione è un male della società ed il cibo per il proprio ego personale, combatterlo vuol dire educare.

-Se qualcuno vuole ucciderti devi difenderti con aggressività, rapidita e determinazione.

-Difenditi con ogni mezzo, ma evita di combattere.

-Limitati a reagire (solo se obbligato) e a scappare il più in fretta possibile.

-In ogni caso lo scontro fisico porta danni, per te o per il tuo aggressore o per entrambi.

-Devi conoscere le difese da ogni angolo di attacco e da ogni lato e rispettare i principi che stanno alla base di tutte le tecniche di difesa.

-Devi ricorrere alla difesa solo per difenderti perchè la legge italiana punisce l’eccesso di difesa personale.

-Devi essere cosciente che alcune tecniche se errate o eseguite “fuori tempo” possono farti rischiare la vita o la salute.

-Se sei arrogante e cedi facilemente alle provocazioni verbali non fai Krav Maga, sei l’aggressore.

-Non sottovalutare mai niente e nessuno.

-Controlla il territorio e l’ambiente in cui ti trovi.

-Se non è un’aggressione, un furto/rapina, o tentato omicidio, allora è colpa tua!

Spero di averti aiutato un po’ di più a capire!
Faccio questo tutti i giorni, almeno 8 ore tutto l’anno.
Se posso aiutarti sarò lieto di farlo!

Namastè

La sera di giovedì 16 Luglio si sono disputati gli incontri di sparring tra gli amatori che si allenano alla Reactive club.
Tutti allievi mai saliti su un quadrato (o ottagono) di gara.
La serata è stata interamente gestita da tutti i ragazzi e le ragazze che frequentano la palestra in questa caldissima estate, mentre i Fighter della RFT (Reactive Fight Team) hanno fatto da angolo ai novizi. Questo oltre a creare spirito di gruppo, è stato un piccolo trampolino per tutti. Un piccolo trampolino fa fare piccoli salti ed è quello che serve. Avere un motivo, un piccolo obbiettivo, oltre a gratificare per il sudore versato, stimola lo spirito e la serenità.
I risultati non sono nel risultato dello sparring, ma nel valore del senso di appartenenza. Appartenenza a qualcosa che ha a che fare con il sacrificio costante per il miglioramento costante.
Gli incontri sono tutti bellissimi ed agguerriti!!
Sono tornato a casa ieri notte, li ho rivisti ed ho pensato: bravi tutti davvero!
Più di quel che ricordassi!
Amatori e dilettanti sanno creare emozioni come i veri fighter!
Mi sembrava di vedere il film “Fight Club”, persone di ogni età, dare il massimo e creare spettaolo, in una piccola palestra e davanti ai propri amici!
Bellissimo ragazzi!
Mentre le palestre si svuotano e le piscine si riempiono, noi restiamo fedeli alla nostra passione e continuiamo ad allenarci perchè crediamo in quello che facciamo e amiamo quello che facciamo. Lo amiamo perchè lo scopo personale diventa scopo comune, perchè imparariamo il rispetto e la disciplina e perchè ci aiuta a centrare lo spirito.
Non aggiungo altro e vi lascio ai nostri piccoli, grandi interpreti!
Buona visione
😉

Francesco Rinarelli vs Davide Reinero:

Carmine Castlado vs Andrea Bottelli:

Marco Cafasso vs Fabio Bruno:

Emanuele Mogavero vs Davide Petrini:

Max Vallini vs Andrea Bottelli:

Francesco Cinardo vs Fabio Bruno:

Francesco Rinarelli vs Marco Cafasso:

Davide Reinero vs Carmine Castaldo:

Francesco Cinardo vs Max Vallini:

Enrico De Stefani vs Fabio Bruno:

Arriviamo in questa bella piazza di Santena con un bel campanile, molta gente ed un ring al centro.

Mentre stavo per arrivare mi giunge un messaggio che dice: “Iaquinta si è già pesato ed è 76,8Kg”. “Aspetta un attimo!” rispondo,” il peso si fa insieme”.
Arrivato in piazza rifaccio fare il peso a Guido.
Risultato Eugenio 72.3 – Guido 78,3.
Eh… siamo fuori di quasi un kilo e mezzo. Ehh il ragazzo ha mangiato e ha bevuto dopo il peso delle 19:00; chiedo a Eugenio se vuole combattere, mi guarda negl’ occhi e mi dice di si (ricordo per chi non lo sapesse che spetta all’organizzazione punire l’eccesso di peso e penalizzare l’atleta).
Conto il tempo che ci separa dal ring, più o meno 50 min; ok: caffè, un po’ di centratura e poi solo Eugenio. Faccio a pieno il mio lavoro: lo scaldo lentamente, lo motivo, lo spingo a trovare il suo centro spirituale e ripasso il piano di gioco scelto per affrontare questo match.
Prima di salire, mentre suonano le note degli Evanescence, gli sussurro nelle orecchie: “oggi gli spiriti del combattimento sono con noi”.
Il match si muove a senso unico, Eugenio gestisce la distanza e misura i tempi. Al primo low kick sinistro porta al suolo e finisce in guardia a mezzo metro da me. Parlo come se fossimo in palestra e lui esegue a pieno. Si rialza e costringe l’ avversario a restare giù, lo colpisce con pesanti low kick finchè riesce a passare le gambe con un gancio destro al viso, lo tiene giù, nord sud, cross side e monta. Una volta seduto sulla pancia tiene l’equilbrio e colpisce duramente, sento gridare e avviso l’arbiro di interrompere. Iaquinta ha dichiarato una resa verbale.

Ciò più che conta per me, non è il risultato sportivo, ma l’essere riuscito a portare un atleta sul ring pronto a livello fisico, mentale e spirituale.
Un grosso grazie a Stefano “Captain” (secondo all’angolo con me) e ai ragazzi e ragazze della Reactive club presenti: Marco, Manuela, Franco, Fabio, Franecesco.

In questa calda giornata i nostri ragazzi hanno combattuto e fatto valere le loro abilità.

MANUELA CALZOLARI:
Combatte bene e porta molti più colpi della sua avversaria. Poco gioco di gambe e poca misura, un pò di incertezza. Ciononostante vince nettamente anche se la sua prestazione non la soddisfa a pieno.

MATTEO MAZZA:
All’ arrivo al palazzetto vedo Matteo un pò assonnato e stanco, mi dice di aver lavorato fino alle 4.
La stanchezza pesa sul ring e Matteo è meno fresco rispetto al suo standard qualitativo, nelle prime due riprese subisce più colpi, deboli e poco efficienti. Nella terza ripresa MAtteo recupera, ma questo non basta per vincere il match.
La stanchezza grava sul risultato è l’avversartio vince il match.

In questa calda giornata di primavera i nostri atleti hanno combattuto con determinazione e sportività regalando performance atletiche di qualità.

STEFANO BOGETTO:
Stefano esordisce bene, affronta un avversario di 20 anni più giovane incrociando i guanti con grinta e carattere. Il match viene vinto da Stefano che impone il suo gioco e riesce a colpire bene anche con le ginocchia.

MATTEO MAZZA:
Matteo sale sul ring con un problema al naso e questo gli impone di limitare la media distanza e il pugilato, pur impostando un gioco che enfatizza l’ utilizzo delle gambe, Matteo riesce a vincere nettamente.

MARCO AMEDURA:
Marco parte bene in piedi e difende un tentativo di attacco alle gambe, ma subisce una di leva al ginocchio di li a poco che non riesce a difendere e che lo costringe ad abbandonare.

FRANCESCA RICCI:
Pareggia ancora una volta con l’avversaria che aveva incontrato la volta scorsa.
Francesca attacca bene e piazza i colpi più significativi. Il gioco si sviluppa sempre a corta distanza e l’avversaria lega continuamente (come fece la volta passata) e non accetta lo scambio mentre Francesca non riesce a neutralizzare il gioco avversario.
Il verdetto è di parità.

ALESSANDRO ALBANESE:
Combatte con molta grinta, colpendo a varie altezza.
L’arbitro conta l’avversario in piedi 2 volte e la campanella del 3° round arriva a salvare l’avversario da una situazione difficile.
Vittoria netta.

DANIELE CONVENTO:
Nonostante le esperienze passate di Submission e di MMA light e MMA PRO, Daniele decide con me di fare esperienza nel combattimento in piedi e provare di “Fight Code Rules”.
Il match è equilibrato nella prima ripresa, mentre nella seconda e nella terza Daniele riesce a marcare una differenza che gli fa vincere l’incontro.
Un appunto importante: non tutti hanno l’umiltà di tornare sui propri passi per migliorare.
Questo accresce la stima che provo per lui e per il suo percorso sportivo.

Avrebbe dovuto combattere anche Eugenio Ratoi, ma l’avversario si è ritirato un’ ora prima.
I risultati dei nostri fighter sono stati sostenuti dalla presenza dei molti allievi e atleti della Reactive Club presenti.
Grazie a tutti.

Evento molto ben organizzato e gestito, nessun tipo di favoritismo ne di fanatismo.
Arbitraggio molto professionale e attento, ottimo anche il “briefing” prima dei match.
Abbiamo partecipato ad un evento serio e professionale.
Daniele Convento ha combattuto con coraggio onorando il team Reactive Club nel suo esordio da professionista.
Il match parte duro e l’avversario si dimostra ostico e con mani pesanti, Daniele meno deciso nel lavoro in piedi, risulta però migliore nella lotta, proietta e attacca con diversi tentativi di finalizzazione, heel hook (leva alla caviglia), rear neaked choke e ghigliottina (entrambi strangolamenti).
L’avversario resiste e piazza qualche colpo in più in piedi, Daniele subisce un taglio sopra l’occhio dx; nel cambio ripresa riesco a fermare il sangue e a farlo continuare.
Esausti entrambi gli atleti concludono il match in piedi.
Il verdetto è di majority draw, che tecnicamente significa: 2 dei 3 giudici hanno dato il pari, mentre il 3° ha dato la vittoria a Daniele.

In questa calda e piacevole giornata di primavera i ragazzi e le ragazze della “Reactive Fight Team” hanno dato il meglio mostrando valide ed avvincenti performance sportive.

MATTEO MAZZA:
Rincontriamo sul ring l’avversario della volta scorsa con il quale abbiamo pareggiato e che aveva segnato Matteo al naso.
Questa volta però, il match viene in gran parte gestito da Matteo che attacca bene e inquadra il bersaglio più volte. In questo match Matteo gestisce meglio la distanza rispetto alla volta precedente.
L’avversario è segnato al volto in maniera evidente e perde sangue dal naso.
Match piacevole e combattuto meritata la vittoria di Matteo.

ALESSANDRO LEUCI:
All’esordio assoluto con tanta volontà!
In questo suo primissimo match, Alessandro mostra volontà, ma l’orecchio per l’angolo e la lucidità sono ancora incerte. Ale non valuta l’avversario, ne le distanze, ma l’esperienza non si insegna si vive e questo è stato per lui un’ inizio vissuto con carattere.
Il verdetto è di sconfitta, ma il match è da vedere!

FRANCESCA RICCI:
Ancora non centriamo la mente, ma andiamo meglio delle volte precedenti. Lo scambio diretto con Francesca non viene mai accettato da un’avversaria che usa calci e colpi singoli di braccia per ricorrere alla distanza breve e quindi alla ginocchiata.
Francesca contiene, manca lucidità per centrare in pieno il bersaglio.
Il verdetto è di pareggio.

ALESSANDRO ALBANESE:
Al suo esordio di K1 a contatto pieno!
Il match parte duro in favore dell’avversario, Ale presto reagisce con grinta e recupera alla grande, piazzando combinazioni e ginocchiate (anche saltate). Al suono della fine del primo round Ale torna all’angolo lucido e pronto ad ascoltare.
Noto un varco nella difesa avversaria nell’arco della prima ripresa, passo consigli e Ale ascolta attento.
Nella seconda ripresa la tattica funziona e l’avversario cede ai colpi di Ale, l’arbitro conta in piedi l’avversario che nel frattempo e sanguinate dal naso è ha un vistoso taglio sopra l’occhio sx, il medico viene chiamato e il match viene interrotto.
Verdetto: TKO
Ko per intervento medico, davvero non male come esordio.
Un match che ci ha emozionato molto!

MARCO AMEDURA:
Affronta un avversario francese un po’ più pesante e molto lungo.
Subisce un tremendo diretto al viso nel primissimo scambio che lo fa traballare e gli crea un taglio sotto l’occhio sx, ma Marco riesce a stare in piedi e a lottare e infine a portare l’avversario al suolo; prova la monta, che non gli riesce ed entra in guardia avversaria. Piazza qualche colpo da dentro le gambe, l’avversario attacca in ghigliottina, Marco resiste, piazza ancora qualche colpo, l’avversario attacca ancora con un triangolo al quale Marco resiste fino al suono del gong.
Il verdetto assegnato: parità.

Circa sette anni fa conobbi al Darty, un negozio di elettronica che stava nel centro di Torino e nel quale lavoravo come responsabile di post vendita, un ragazzo molto particolare.
Mi colpi subito la sua parlantina e la sua sconfinata cultura che si miscelava ad uno spirito veramente comico e “pazzarello”. Il suo nome è Silvio ed è tuttora un mio grandissimo amico.
Gli raccontai della mia vera passione, il mio secondo lavoro e cioè insegnare difesa personale e sport da combattimento alle persone. Gli dissi che un giorno avrei voluto aprire una mia palestra e gestire le cose secondo le mie idee.
Lui mi disse della sua passione di stare dietro la telecamera e di un suo progetto di andare in Canada per inseguire una strada che lo avrebbe forse fatto lavorare nel cinema a tempo pieno.
Lui amava e ama tuttora veramente la regia e già allora aveva lavorato nel cinema e nella televisione.
Scherzando gli feci vedere un video dove mi riprendevano mentre facevo una dimostrazione di difesa personale e gli spiegai che cosa fosse il Krav Maga:

Le nostre strade si separarono, lui lascio il lavoro e fece il suo viaggio in Canada.
In quel periodo ci sentimmo solo un paio di volte via mail.
Due anni più tardi quando ero in procinto di aprire finalmente la mia palestra, lui mi chiamo dicendomi di essere a Torino e che gli sarebbe piaciuto fare un video sul Krav Maga con me.
Avevo da poco fatto con l’aiuto di alcuni allievi un video amatoriale perciò glielo mostrai, lui lo vide, ci penso su un attimo e poi mi disse che insieme avremmo potuto fare di meglio.

Non avevo nessunissima esperienza di come si girasse un video, a parte quella piccola “cosa” fatta con i miei allievi, ma accettai perchè pensai che la cosa mi avrebbe aiutato a promuovere ciò che stavo per intraprendere a tempo pieno e scrissi così un piccolo copione.

Questo video piacque molto pur non venendo minimamente pubblicizzato. Presto molti praticanti di Krav Maga e istruttori in molte città dell’ Italia e all’estero lo videro. Alcuni mi scrissero ringraziandomi per essere stato fonte di ispirazione. Successivamente venne anche clonato diverse volte e utilizzato per pubblicizzare corsi di Krav Maga in altre parti del mondo e la cosa mi fece sorridere: “La mia faccia come la clonano!!?”
Ho in seguito cancellato questo video dal mio canale perchè non rappresenta più il mio modo di fare Krav Maga e me ne pento tutt’oggi..

Un’ anno dopo Silvio mi propose di fare un nuovo video per mostrare con immagini e parole cosa fosse il Krav Maga e la mia specialità:

Questo video, che non amo particolarmente, è in realtà per me molto importante perchè rappresenta il mio passaggio dalla federazione IKMF alla federazione IKM di Gabi Noah. Anche questo video l’ho tolto dal mio canale per via di varie tecniche mostrate che non rappresento più.

Successivamente ebbi l’idea di promuovere la neonata IKM in Italia, l’unica federazione italiana che dal 2011 raccoglieva tutti i migliori istruttori nelle varie città italiane formati dai maestri israeliani fino a quel giorno. Il video in versione integrale e della durata di 33 minuti è interamente o quasi da me scritto, venne girato a Torino, tutti gli istruttori che nei primi mesi del 2012 erano in IKM ebbero una parte di rilievo. Il video mostrava scene di aggressioni in strada e recitate da noi istruttori stessi.
Non credo che sia disponibile nella versione integrale in rete, perchè molte cose sono cambiate da allora, ma il capitolo: Piemonte – Torino, esiste ancora:

Fare video divenne per noi sempre più divertente e soddisfacente, proseguimmo quindi il nostro percorso con un video che mostra in forma generica le discipline da me insegnate alla Reactive Club.
Questo video resta uno dei preferiti, è stato da me e Silvio scritto partendo dal brano “Fix You” dei Coldplay. Ricordo ancora quando feci ascoltare il brano a Silvio, il quale mi disse di non averla mai sentita, ma che avrebbe dato un tono diverso.
Il rosso che spicca sul video in bianco e nero un colpo di genio di Silvio:

Arrivò il momento di cambiare locale alla mia attività, un duro colpo.
Questo video specifico sul Krav Maga, rappresenta la mia volontà di non fermare il sogno Reactive Club:

Poco dopo una nuova difficoltà!
..appena giunto nel nuovo locale, ed in seguito ad un investimento subito un mese prima, il mio ginocchio cede sotto una proiezione in allenamento e mi rompo definitivamente il legamento crociato anteriore del ginocchio sx.
Questo avvenne dieci giorni prima di iniziare le riprese dei video che avrebbero dovuto comparire sul neo sito (allora in lavorazione) della Reactive Club. Dovevo ultimare questi video, perchè mi erano costati diverse notti per scriverli. I video in totale sarebbero dovuti essere 6, ma il sesto quello per il Funtional Training non è mai stato girato. Decisi di coinvolgere gran parte dei miei allievi e girai le scene con loro, le musiche le ha scelte Silvio, e il montaggio è stato opera unicamente sua. I primi 3 video li ho filmati con il tutore al ginocchio:

PREPUGILISTICA:

KRAV MAGA:

K1:

MMA:

SUBMISSION WRESTING:

Il problema al ginocchio continuava a peggiorare, il che mi ha obbligato ad affrontare l’intervento, ma proprio mentre mi decido a fare il passo ci viene chiesto di realizzare un video promozionale per il marchio MMA Sport. Così una settimana prima dell’intervento concludiamo le riprese, di questo ultimo lavoro.
Ed infatti così è stato:

Fare video è diventato per me un modo di comunicare con le persone.
Ciò che voglio trasmettere in ogni video è energia e passione che sono i caratteri dominanti miei e di Silvio.
Ringrazio Silvio Marsaglia e il destino che ci ha fatto conoscere.
Ringrazio Valerio Consoli che da anni ormai mi aiuta nelle mie realizzazioni.
Ringrazio tutte le persone, amici e allievi che hanno partecipato alla realizzazione di questi video.
Ringrazio te per averli guardati, anche se non ti sono piaciuti, perchè ci sono costati lavoro e dedizione.
Spesso capita che qualcuno mi chieda quando farò un’ altro video con Silvio, ed io gli rispondo sempre allo stesso modo: “Prima o poi…”

Un’altra giornata piena di emozioni. Le imprese vissute dai nostri fighters si sono rivelate cariche di sorprese.

MATTEO MAZZA – FIGHT CODE RULES (Thai Boxe):
L’avversario parte subito con colpi molto pesanti e mirati a far male. Un chiaro avvertimento che di “light” in questo match c’è solo il nome!!! Matteo nei primissimi scambi subisce un colpo al viso ed inizia a grondare sangue dal naso. Dall’angolo comprimo il naso e cerco di limitare l’afflusso, il match continua e Matteo capisce che ne l’arbitro (al quale io grido vivamente di fare bene il suo lavoro e controllare l’intensità dei colpi), ne l’avversario sembrano conoscere il significato della parola light.
Nonostante la situazione Matteo riesce a mantenere la lucidità sufficiente per non cedere all’avversario e si guadagna un pareggio di tutto rispetto.

MANUELA CALZOLARI – FIGHT CODE RULES (Thai Boxe):
Il match parte velocemente e da subito le atlete scambiano colpi, Manuela gira bene, tiene distanza e colpisce di braccia. Domina il match, ma l’avversaria riesce a lavorare di più con i calci e questa è l’unica sua salvezza.
Il pareggio credo sia un verdetto più o meno equilibrato. Se Manuela avesse anche solo chiuso qualche azione con i calci la vittoria sarebbe stata indiscussa.

ALESSANDRO ALBANESE – FIGHT CODE RULES (Thai Boxe):
Incontra un avversaria altissimo e dalle leve lunghe, Alessandro riesce a sfruttare al meglio lo svantaggio e applica tutte le tecniche del suo repertorio, queste qualità gli fanno guadagnare la vittoria e un caloroso applauso da parte del pubblico.

FRANCESCA RICCI – FIGHT CODE RULES (Thai Boxe):
Ancora una volta ci troviamo ad affrontare un’ atleta che arriva dalla Muay Thai. Ci iscriviamo per K1 rules (no clinch) e ci troviamo, ancora una volta, ad affrontare un avversaria che invece non fa che cercare quel tipo di gioco. Al mio richiamo dopo la prima clinch, l’arbitro ci impone questo regolamento a match ormai iniziato.
La scarsa determinazione di Francesca e il rindondante gioco di prese dell’avversaria rendono il match statico e noioso. La vittoria viene assegnata all’avversaria, che comunque non ha dimostrato nulla di valido e consistente.

EUGENIO RATOI – MMA:
Il match parte in favore di Eugenio che chiude l’avversario all’angolo e difende un tentativo di takedown. Piazza qualche buon pugno a terra, l’avversario prova insistentemente leve alle gambe, Eugenio difende e colpisce, l’avversario si gira su se stesso e prova una leva la ginocchio, Eugenio tira un pugno al corpo, l’arbitro, che non si capisce cosa vede, ferma il match scambiando un pugno al corpo per un “tapout”!!!