A 42 anni ho intrapreso un nuovo cammino, un nuovo percorso di studio e di allenamento. Sono un insegnante di arti marziali da oltre 15 anni e praticante da oltre 20 anni ed è di fondamentale importanza per me aggiornarmi e riconsiderare il mio percorso evolutivo. Non lo è solo per me che ogni giorno mi dedico all’insegnamento, ma lo è per i miei allievi e per il loro percorso personale, agonistico o amatoriale.
Sono da anni un grande fan di Giorgio Petrosyan e Armen Petrosyan, i grandi campioni, coloro che hanno portato la bandiera dell’Italia ai vertici della kick boxing mondiale e Giorgio il fuoriclasse indiscusso.
Ho deciso quindi di accedere al loro corso istruttori per lavorare con veri professionisti e di questa taratura.
-Sono stato diplomato insegnante di MMA nel luglio del 2003 da Davide Ferretti.
-Sono stato diplomato insegnante di Krav Maga nel febbraio del 2008 da Shackar Israeli e Eli Ben Ami.
-Sono stato diplomato e ho concluso ogni livello di Krav Maga civile con Gabi Noah dal 2011 a 2017.
Quindi non è la prima volta che mi dedico allo studio di un’arte o di uno sport in maniera professionale.
Dopo quattro mesi, dopo giornate e incontri formativi, posso dire che questo è certamente uno dei corsi più seri e dignitosi che io abbia mai frequentato.
Per me ogni minuto di ogni giornata impegnata nella palestra dei fratelli Petrosyan è stata un’ esperienza che non scorderò mai. Il mio idolo è diventato il mio maestro e questo ha dato inevitabilmente un valore aggiunto al corso, e devo ammettere che essendo un emotivo durante lo svolgersi delle lezioni non è stato raro che mi si alzasse la pelle d’oca.
Non voglio entrare nel dettaglio pratico perchè le abilita tecniche di Giorgio non sono discutibili, e non voglio raccontare la struttura del corso perché lo ritengo riservato; preferisco parlare di quello che ho vissuto e di quello che ho provato.
Giorgio Petrosyan ha tenuto ogni lezione coadiuvato nell’insegnamento dal fratello Armen.
Il corso è iniziato il 28 aprile e cioè 8 giorni dopo che Giorgio ha combattuto a Manila contro Jo Nattawut. Mentre lo ascoltavo insegnare e ancora non realizzavo pienamente di essere lì ad imparare, mi meravigliavo della calma e della serietà con la quale impostava la lezione, le informazioni uscivano dalla sua voce e dai suoi occhi con una profondità alla quale non ero abituato.
Nei giorni passati con i fratelli Petrosyan ho capito che cos’ è veramente l’umiltà.
Giorgio è veramente umile, non deve impegnarsi e fingere di esserlo, lo è di natura.
Spesso si dà al termine umiltà un errato significato, sono in molti a considerarsi umili, alcuni mostrano di esserlo per raccogliere consensi e rispetto, ma l’umiltà non è mai opera di vanto, non è un modo per mettere in luce se stessi.
L’umiltà è lo strumento che ci permette di entrare nella profondità delle cose, senza lasciare spazio all’arrogante convinzione che noi possiamo fare meglio di quanto ci viene detto.
Mentre ognuno vanta ciò che è e ciò che ha fatto, mentre in molti credono di essere eterni ed invincibili, Giorgio ha sempre dimostrato con i risultati che le parole sono come il vento che soffia e passa, servono si, ma solo ad organizzare il lavoro e comunicare e non a far sventolare la coda del pavone.
Io imparo a restare zitto, ad ascoltare senza filtrare con presunzione e mi dedico all’arte del combattimento con lo spirito di un bambino che vuole conoscere il mondo.
Ciò che Giorgio mi ha passato più di ogni altro non è tanto nelle tecniche né nel metodo, ciò che considero di valore inestimabile e l’esempio. Ciò che lui rappresenta per me non è solo ciò che ha fatto nella sua carriera, ma l’esempio di quello che si deve essere per poter restare in vetta, per non bruciarsi con le proprie mani né con le proprie arroganti affermazioni.
In silenzio con dedizione verso una nuova direzione, senza pretese, senza fretta, con responsabilità, con maturità, con vera passione, un altro passo importante che si spalmerà nei miei giorni futuri come un balsamo rigenerante.