A distanza di un anno e mezzo da quando ho iniziato a lavorare ad INDIVIDUO, il mio programma di addestramento al combattimento da strada, ho pensato fosse utile al suo sviluppo porre alcune domande alle persone che lo hanno praticato con me lungo questo lasso di tempo.
Ho pensato che la mia prospettiva di INDIVIDUO potrebbe sorvolare alcuni dettagli ed alcuni aspetti importanti, forse dandoli per scontati. Ho quindi ritenuto utile allo sviluppo di INDIVIDUO stesso considerare le opinioni di coloro che lo praticano e lo studiano come me.
Ho sintetizzato tre semplici domande per cercare di capire quello che ho passato, e quello che hanno recepito ed interpretato a loro modo finora.
Ciò che mi ha colpito è che seppur hanno assistito alle stesse lezioni, ognuno di loro ha sviluppato un cammino differente all’interno dello stesso corso. Invece che fossilizzarsi tutti secondo gli stessi canoni, il gruppo ha dimostrato interessi e sviluppi differenti. Importante per me scoprire quanto la mia esperienza si sia plasmata sulla loro pelle, sulle loro emozioni e sulle loro idee di scontro.
Non li chiamerò per nome, ma userò delle lettere, rispettando il loro pensiero con l’anonimato. Lascio dunque ora libero spazio alle loro parole.

1. QUALI SONO, SECONDO TE, LE CARATTERISTICHE CHE DIFFERENZIANO INDIVIDUO DAGLI ALTRI SISTEMI DI COMBATTIMENTO?

A. Credo che Individuo sia una disciplina che cerca di ampliare gli orizzonti e le tecniche di combattimento e della difesa personale.
Cercando di mettere insieme le varie tecniche di combattimento delle varie discipline, fa si che si porti a conoscere e ampliare le varie situazioni in cui una persona può trovarsi in fase di combattimento o difesa personale.
Le situazioni che una persona può affrontare sono tante.
Individuo permette di studiare gran parte di queste situazioni.

B. Individuo è un sistema di lotta che unisce tutte le arti marziali con “trucchetti” da strada.
Molto utile all’autodifesa e molto realistico non essendoci schemi precostituiti.

C. Individuo nasce dalla esperienza e dalle conoscenze dell’ allenatore.
Gli altri sistemi, per potersi diffondere, devono essere una serie di tecniche schematiche, imposte agli istruttori, che non sempre le sentono proprie, e che permettono di difendersi unicamente ad attacchi prestabiliti.

D. Individuo si differenzia dagli altri sistemi di combattimento principalmente perché la sua metodologia e la sua tecnica si attendono alla concretezza, all’effettività di ciò che potrebbe accadere nella realtà.

E. In particolare l’assenza di regole e maggior capacità introspettiva e una visione d’insieme, poiché si considerano più aspetti, come ad esempio l’ambiente circostante, eventuali pericoli, la gestione mentale ed emozionale non legate alla performance, ma ad un rischio effettivo e reale.
La sfida più grande è lavorare in modo costante per arrivare ad avere e mantenere lucidità mentale nel caos più totale. Siccome è un obbiettivo difficile da raggiungere, credo e sento essere molto utile praticare meditazione con più costanza possibile (anche ad esempio prima e dopo lo sparring).

F. Più realistico
E’ sincero: non sei un supereroe!
Non mente: le lacune tecniche e fisiche emergono subito

G. Non ci sono regole prestabilite, non esiste un solo sistema di attacco, ma il tuo sistema di attacco e difesa in quella specifica situazione. Ogni volta peschi dall’arsenale senza preconcetti, ogni volta sarà sempre un po’ diverso.

2. QUALI SONO I VANTAGGI CHE INDIVIDUO HA PORTATO ALLA TUA CONCEZIONE DI COMBATTIMENTO?

A. Per la mia poca esperienza posso dire che i vantaggi sono i seguenti:
Capire le varie situazioni in cui mi posso trovare.
Capire le difficoltà che posso incontrare in fase di combattimento.
Quali sono i colpi proibiti per non arrecare troppi danni.
Come difendersi con piccole manovre.
Cercare di anticipare l’avversario nelle azioni di attacco.

B. Metodo reale non esistono schemi. Permette di uscire dagli schemi classici, e di non fossilizzarsi su una sola arte (pugilato, kick, lotta), ma sfruttare schemi variabili e imprevedibili (esempio cambi di guardia o colpi a sorpresa)

C. Il combattimento prevede l’incertezza e la probabilità/certezza di venir colpiti, non esistono tecniche o stili sicuri al 100% e questo è un dato da considerare quando si decide di agire.

D. Non avendo alcuna precedente esperienza di combattimento, praticando le tecniche di Individuo ho potuto confrontare quanto ho appreso con altre pratiche più diffuse, le quali ritengo forniscano risposte “meccaniche” ad aggressioni troppo schematizzate e classificabili, per me più lontane da un’effettiva realtà. Qualora fossi dovuto uscire da tali risposte schematiche, non avrei saputo come comportarmi e quali altre metodologie o tecniche usare.

E. La possibilità di provare ad uscire, a districarsi dall’ottica occidentale, dalla schiavitù del pensiero, cercando di ascoltarsi e sentirsi in modo più profondo e a fare anche un po’ conto con i propri limiti, difetti, convinzioni, paure e frustrazioni.
Imparare a stare e a tollerare il proprio silenzio e imparare a respirare sono due vantaggi enormi che Individuo dà attraverso la meditazione, ma anche una visione più realistica del mondo che ci circonda.

F. Si concentra sull’importanza del fighting!
Il concetto di continuità nello scambio.

G. A pensare che non è mai finita. Quando sei sotto una leva e ti manca il respiro, esistono sempre le dita dell’avversario le maschere, i genitali, la gola…Quando sei chiuso in un angolo, esiste sempre una diversa altezza di attacco, una prima via di uscita, e se non funziona, una seconda, una terza, una quarta e così via.

3. COSA TI HA INSEGNATO FINORA IL CORSO DI INDIVIDUO?

A. Il corso di Individuo, per la mia poca esperienza, mi ha insegnato a capire che le difficoltà in fase di combattimento sono tante e per uscirne non solo serve la tecnica, ma la tecnica collegata al “saper fare”. Per “saper fare” si intende ciò che ognuno di noi è capace a fare, a capire, in base all’esperienza maturata.
La tecnica si perfeziona, ma il “saper fare” è una caratteristica di ogni persona, che ci distingue dalle altre. In un forma diversa, posso dire, che viene insegnato il rispetto per gli altri e per l’avversario.
E’ poco il tempo in cui sono iscritto a questa disciplina, quindi non vorrei parlare della tecnica, che per me è da approfondire. Per ora mi limito a dire che ho imparato a difendermi in alcuni occasioni e come evitare alcune situazioni.

B. Tecniche di lotta mista (intesa come fusione di arti marziali).
Controllo del respiro e stato di calma.
A tentare di colpire a mani nude.

C. Ho imparato a gestire un attacco impostando una difesa efficace o un contrattacco sensato ed efficace e la conoscenza del combattimento a terra

D. Il corso di Individuo mi ha dato e mi da tutt’oggi la possibilità di avvicinarmi maggiormente alla realtà di una eventuale aggressione o combattimento, facendomi sentire maggiormente preparato sia dal punto di vista fisico, che dal punto di vista tecnico e mi aiuta a riconoscere prima eventuali avvisaglie o segnali.

E. A provare ad avere una visione integrata mente/corpo; l’importanza della gestione della rabbia e l’importanza del raggiungimento della calma interiore, sia finalizzata al combattimento, sia a vivere la propria vita e le nostre relazioni.
Il prevalere dell’astuzia e dell’intelligenza sulla mera forza.
L’importanza di non sottovalutare mai l’altro, abbandonando la propria presunzione di essere invincibili e onnipotenti.
Il profondo beneficio della meditazione e quindi anche quanto sia importante conoscersi ed essere consapevoli di chi siamo.

F. Che subire un’aggressione potrebbe trasformarsi in un combattimento e che bisogna essere pronti a combattere con tutte le “armi” a disposizione

G. A lasciar correre la mente nel combattimento

Grazie!