Oggi gli atleti del team Reactive sono tornati sulle pedane di gara per rappresentare la nostra scuola, la nostra mentalità, la nostra etica e la nostra passione.
Ognuno di loro aveva la maglia del TEAM REACTIVE, anche alcuni ragazzi della palestra che erano lì a sostenerli erano in divisa! ma io no.. Io ero in “civile”, qualcuno giustamente mi ha chiesto: “perchè non hai la divisa?” al che io ho presto risposto: “perchè la mia divisa sono loro! Sono loro che mi rappresentano e sono loro il mio orgoglio!”, subito dopo queste parole dietro le mie labbra è rimasta sospesa tra l’istinto e il verbo la frase: “perchè io la Reactive club l’ho creata per gli altri, non solo per me stesso e oggi voglio siano loro la Reactive…”.
Dolorante e malabondo per via di una noiosa otite, ho guardato il frutto del mio lavoro esprimersi al meglio e mi sono sentito felice ed appagato.
Non siamo ancora un TEAM degno di nota, siamo una piccola squadra che inizia a creare un suo spazio. Una piccola squadra che ancora crede nei valori della condivisione e dell”unione e questo rende profumato il nostro futuro insieme.
I ragazzi si sono scaldati senza bisogno di troppi consigli, sono saliti tutti sul quadrato di gara e hanno seguito le istruzioni, approcciando al confronto concentrati e fiduciosi.
Hanno combattuto bene e hanno vinto tutti, anche quelli che dopo il verdetto, sono rimasti a mano bassa.
MATTEO MAZZA: Matteo anche se l’unico del Team a tirare a contatto pieno parte per primo, combatte bene, e stravince ogni ripresa.
Però so che avrebbe potuto fare di più, mi sono reso conto durante la prima ripresa che era un pò affaticato, un pò teso e quindi non al top. Bombarda l’avversario per tre riprese, con combinazioni, high kick, ma non scarica come potrebbe e il suo avversario, che proveniente da un ottima scuola, incassa alla grande. Nelle pause tra le riprese passo due rapide idee che vengono usate.
Matteo è un buon fighter, si mostra sempre pulito e composto, sempre educato ed umile, e non lo dico perchè secondo me è così; lo dico perchè almeno 5 persone, subito dopo il match, mi hanno fatto i complimenti. Ma io so cosa può fare Matteo ed è molto di più di quello che adesso si vede ed è ciò che imposteremo insieme nelle prossime sessioni.
ALESSANDRO ZANELLATI : Alessandro è un ottimo ragazzo, bene allenato fisicamente e con un buon potenziale. Non ha vinto, ma questo non conta per me.
Ale paga certamente la lunga assenza, oltre 2 anni lontano dalle competizioni ed è ciò che non gli ha permesso di emergere nettamente sull’avversario. Un pò di eccessiva tensione ha reso le sue difese passive con conseguente rigidità muscolare; a volte lento nelle risposte, nei tempi di incrocio e nelle uscite e questo pena sul giudizio. L’avversario si sarebbe potuto battere, quindi il nostro lavoro continuerà sul piano della concentrazione per presentarci al meglio alle prossime gare.
DIEGO CARNOVALE: Diego è fuori dalle competizioni da tempo e in più ha un dolore alla tibia che gli limita determinate azioni, ma segue le parole dell’angolo e vince bene.
Anche lui come tutti avrebbe potuto fare qualcosa in più, ed è quello che ottimizzeremo in palestra.
EMANUELE MOGAVERO: l’avversario di Ema proviene dalla stessa scuola di un atleta che Emanuele ha battuto ben tre volte. Subito dopo pochi secondi dal’inizio della lotta Ema si “siede” in mezza guarda, con una tecnica che abbiamo semplificato in palestra nelle ore di grappling/MMA e in poco tempo chiude una leva che agisce doppiamente su un’anca e in compressione del ginocchio e del polpaccio della gamba opposta. Questa tecnica inventata da un guru del Bjj/grappling: Eddie Bravo viene chiamata sedia elettrica.
Molto meno preparato tecnicamente l’avversario imposta il confronto sulla forza fisica e sulla resistenza, cosa che Emanuele sfrutta a suo vantaggio, l’errato approccio e l’inutile resistenza al blocco del polpaccio imposto da Ema procurano un infortunio al ginocchio del suo avversario, oltre che alla sua resa. Anche in questo match si è dimostrato con i fatti, che la tensione e la rigidità sono pericolosamente inutili. Match facile e poco produttivo per Ema.
Vorrei ringraziare Filippo Calabrese che sta iniziando il suo percorso da cutman, Marco Cafasso per le riprese e per il caricamento dei video in rete e tutti gli allievi e le allieve della Reactive club per il loro sostegno.
A presto