Quest’oggi siamo andati a combattere a Boffalora il leggendario luogo nel quale il fumettista Tiziano Scali ha ambientato il suo romanzo “della morte, dell’amore” storia dalla quale poi lo stesso Sclavi ha reinventato il personaggio di Dylan Dog, fumetto di grande successo.
Leggendaria era anche la palestra Hurricane di Alessandro Meda, noto coach di boxe e kick boxing, che ospitava l’evento. Il ring da 6×6 pareva immenso tanto da rendere i contendenti visivamente “piccoli” all’interno dello stesso. Affisse sui muri decine e decine di foto di campioni della boxe del passato, tappezzano le pareti del locale donandomi una sensazione di profondità. Guardandoli rievocavo con la memoria tutte le storie che ho letto nel corso degl’anni, storie di uomini leggendari, di imprese eroiche, di racconti commoventi.
Arriviamo a Boffalora solo in tre: io, Matteo e Diego.
L’organizzazione di Fight1, federazione Top che gestisce i migliori eventi in Italia, è formidabile: attenta, precisa, severa e giusta.
Ci presentiamo al peso e Matteo sfora di 1,5kg! Il coach del team avversario dice che se non scende di peso non accetta il match! Poco tempo, rapide soluzioni: corsa, corda.
E così per quaranta minuti Matteo corre sotto il sole e salta la corda in mezzo alle campagne, un contadino passa e ci saluta in un dialetto incomprensibile. Sono le 13:15 e il caldo è estenuante anche solo stando fermi a guardarlo muoversi.
Arriviamo sulla bilancia dopo 40′: 79,9Kg ci siamo!
Faccio sedere Matteo lo asciugo e lo faccio reidratare lentamente, carboidrati dopo un 45′ min e una bustina di zucchero un’oretta prima del match, lentamente Matteo recupera e sembra aver superato la spossatezza.
Nel frattempo tocca a Diego iniziare.
DIEGO CARNOVALE: Combatte nel light contact. Per tutto il match Diego si muove con eleganza, efficacia e fiducia in se stesso. Tiene bene la distanza gira e combina colpi di braccia e gambe in maniera composta. Rappresenta bene la nostra scuola e i miei insegnamenti dimostrando al pubblico, alla giuria e al team avversario educazione e sportività. Vince senza dubbio alcuno regalandomi tanta soddisfazione.
MATTEO MAZZA: Nel primo round Matteo piazza buoni colpi con le gambe, sullo scadere della ripresa, proprio un secondo prima del gong, azzecca un diretto sinistro che fa tremare le fondamenta del suo avversario che si aggrappa alle corde per non cadere. Nella seconda ripresa l’avversario alza il ritmo e scarica potenti colpi di braccia, un colpo segna Matteo sotto l’occhio destro. Nella terza ripresa durante un accorciamento della distanza Matteo sgancia un diretto sinistro che piega l’avversario sul posto mettendolo knockout. Mentre l’arbitro conta, sento il tempo ripartire; per qualche secondo dentro di noi il tempo si è fermato, un frammento di infinito si è incastrato nelle nostre memorie, un colpo solamente, forse neanche tra i più puliti, si prende la gloria di una storia di sport che io e Matteo ricorderemo per sempre. L’avversario ci riprova, Matteo è all’angolo neutro che aspetta e io gli grido: “calcia al viso, calcia al viso! Subito!”. Due calci fanno barcollare le ultime speranze e del suo avversario che al secondo conteggio non alza la guardia all’8 dell’arbitro.
Vittoria per Ko tecnico! Matteo torna all’angolo, ci abbracciamo consapevoli di aver dato senso a tutti i sacrifici fatti, di aver rivendicato qualcosa per noi stessi, qualcosa di immateriale, qualcosa di profondamente valido: la stima e la fiducia.